Amarezza

Amarezza
Una vile malattia
può indurire il cuore
mettere in ginocchio l’anima.

Irraggiungibile
Non può essere trovata.
(questa maledizione devastante)
È silenziosa e sonora.

Divorante
Cambia l’anima
Spegne la fiamma
Lascia un segno su tutti noi.

Danneggia
Ogni uomo che trova
cambia del tutto
i loro cuori e le loro menti.

Perseverante
Fino alla fine dei vostri giorni,
questo stato putrido
vi dilanierà.

Ingannevole
Cancella i rimpianti.
Inquina la mente
Si maschera da minaccia.

Tutto ciò che tieni stretto
si ridurrà in polvere
Nel vento che è…
amarezza.

Detriti

C’era una volta un fuoco.
Un fuoco che riscaldava il cuore
un fuoco che ci teneva uniti
un fuoco che dava protezione
e ci accoglieva con amore.
Questo fuoco ardeva luminoso,
anche nei giorni in cui era affamato
di ossigeno, bruciava a lungo
il più possibile.
Era bellissimo.
Tutto ciò che rimane ora sono detriti.
Ricordi.
Tutto ciò che rimane ora sono solo cenere ed echi.
Echi di canzoni, di risate e di allegria.
Ceneri sparse sulle tombe,
ceneri sulle ceneri delle anime
che si sono spente.
Rimane solo una piccola parte.
Solo detriti…
ricordi frammentati e quasi andati
odori e immagini quasi dimenticate…
vecchie fotografie e spazzole per capelli…
una sciarpa, un anello e delle lettere
vecchie cartoline a brandelli, medaglioni e altre
gusci vuoti…
prove di vita, sparpagliate, come detriti
nei cuori e nelle menti…

Reticenza

Lei amava la fame di lui
la dolce sete non placata
che infestava il suo colletto
come una debole colonia
posta con noncuranza in luoghi
che lei voleva toccare.
Amava il modo in cui si costruiva
dagli accenni che lasciava nei suoi vestiti
quella brezza soffice che si dipanava
appena sotto i suoi occhi
mentre la camicetta si spostava
e correva lungo il blu della sua schiena
e lo invitava ad avvicinarsi
per testare ogni bottone.
Amava sentire la volontà
intrecciata come nodi intrecciati
e la sua cravatta che sussurrava
contro i suoi polsi,
chiedendole se fosse d’accordo
e come sarebbe stata la sua pelle all’alba
vestita solo dei suoi desideri
e di quel leggerissimo filo
di reticenza…

 

Anonimo

Sono il volto nell’ombra
che nessuno vede mai.

Creo il domani del mondo
ma non uso la lingua per parlare.

Sono nella mente degli uomini
per vedere i loro desideri.

Le mie azioni per tutti sono cieche,
di questo non mi stancherò mai.

Io sono la giustizia.
Io sono Dio.
Io sono voi.

Noi siamo Anonimi.

Quella notte

Ho camminato sulle mie deboli ginocchia
per settimane
inciampando sulla ghiaia
gli occhi lividi
lottando invano
per ritrovare il ricordo di quel giorno perduto
nel fondo di un bicchiere
ormai vuoto.

Penso che rabbrividire
e piangere
non mi faranno ricordare quella notte
troppo caldo
troppa luce.

Solo una scena nella mia mente
rimane indelebile
il contatto con la pelle sul divano
e poi, labbra in movimento
tazzine di plastica decorate di bianco
forse una carta oleata
dove i resti di una vodka
si posarono nella parte inferiore
il momento che ho cercato di sedermi
oscillavo lievemente come un pendolo
mi ha fatto ridere

quell’istante non è cambiato
dall’essere il solo
ad essere fuori dalle mie mani
la transizione del secondo successivo
nell’oscurità insondabile,
mi ha svuotata,
e ho provato dolore

E poi più nulla.

Ancora,
trovo le mie dita scavare nei miei palmi.
Nascoste
come per stare al sicuro.
Protette.
Intatte.

Non riesco mai a ritornare a quella notte
l’ho persa…

Non andar via

Tutte quelle frecce che hai lanciato, le hai buttate via
Continuavi a innamorarti, poi un giorno
quando sei caduto, sei caduto verso di me
quando ti sei schiantato tra le nuvole, mi hai trovato…

Ti prego, non andartene
Ti voglio così tanto
Non posso lasciarti andare
perché perdo il controllo

Togli questi amanti dalla tua strada
Sembrano speranzosi ma tu, tu non dovresti rimanere
Se vuoi che io crolli e ti dia le chiavi
posso farlo ma non posso lasciarti andare via

Oh, ti prego, non andartene
Ti voglio così tanto
Non posso lasciarti andare
perché perdo il controllo…